DON DOMENICO TRAVERSI, PARROCO DELLA CHIESA S.MARIA AD NIVES DI ATELLA, DURANTE LE OMELIE DOMENICALI INTERVIENE STIZZITO CONTRO I FEDELI: "NO AI CENTESIMI NELLE OFFERTE, QUELLI SONO INUTILI PEZZI DI RAME CHE IO BUTTO VIA! VANNO BENE GLI EURO, I DUE EURO E LE BANCONOTE DI CARTA".
ATELLA - È, da anni, storia di ogni giorno il progressivo deprezzamento delle frazioni monetarie metalliche dell’e u ro. Sono, in particolare, negozi di piccole dimensioni, bar e pizzerie a praticare il «livellamento » (spesso verso l’alto) dei prezzi. Allo scopo di scoraggiare l’uso delle monetine di rame. Che rischiano - in tal modo – di sparire dalla circolazione. Ma che, a questa operazione, nella fattispecie anche piuttosto odiosa ed anche silenziosamente contestata potesse partecipare anche un parroco - per di più, nell’esercizio liturgico delle sue funzioni sacerdotali – ha destato alquanto scalpore. È già la seconda volta, infatti, che nel Duomo Trecentesco di Atella, durante la messa domenicale, il parroco don Domenico Traversi (alias «padre Bernardino») oltre alla consueta omelia, prende stizzito la parola per diffidare i fedeli dal continuare ad offrire, nel cestino delle offerte, quelle «inutili monetine di rame».
Che il parroco si vede costretto (proprio così!) a buttare via. Conservando, invece gelosamente, gli euro da un pezzo e da due. Oltre, naturalmente, le banconote da cinque, dieci e più euro. Tanti i fedeli offesi per la brusca reprimenda finanziaria parrocchiale atellana. Sconcerto in tutta la parrocchia S. Maria ad Nives ed incertezza sull’efficacia della «grida manzoniana».
Dello stesso tenore, ma – per fortuna – di squisito tipo commerciale – l’ingiunzione alla sua clientela sanfelese, da parte del fruttivendolo B. F. Anch’egli, sulla scorta di quanto ha fatto il parroco di Atella, ha avvertito i suoi clienti che - d’ora in poi – allo scopo di evitare gli odiosi spiccioli, livellerà i prezzi della frutta ad un euro ed a un euro e mezzo. Niente resto. Ingombrante quanto inutile.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=450277&IDCategoria=1
ATELLA - È, da anni, storia di ogni giorno il progressivo deprezzamento delle frazioni monetarie metalliche dell’e u ro. Sono, in particolare, negozi di piccole dimensioni, bar e pizzerie a praticare il «livellamento » (spesso verso l’alto) dei prezzi. Allo scopo di scoraggiare l’uso delle monetine di rame. Che rischiano - in tal modo – di sparire dalla circolazione. Ma che, a questa operazione, nella fattispecie anche piuttosto odiosa ed anche silenziosamente contestata potesse partecipare anche un parroco - per di più, nell’esercizio liturgico delle sue funzioni sacerdotali – ha destato alquanto scalpore. È già la seconda volta, infatti, che nel Duomo Trecentesco di Atella, durante la messa domenicale, il parroco don Domenico Traversi (alias «padre Bernardino») oltre alla consueta omelia, prende stizzito la parola per diffidare i fedeli dal continuare ad offrire, nel cestino delle offerte, quelle «inutili monetine di rame».
Che il parroco si vede costretto (proprio così!) a buttare via. Conservando, invece gelosamente, gli euro da un pezzo e da due. Oltre, naturalmente, le banconote da cinque, dieci e più euro. Tanti i fedeli offesi per la brusca reprimenda finanziaria parrocchiale atellana. Sconcerto in tutta la parrocchia S. Maria ad Nives ed incertezza sull’efficacia della «grida manzoniana».
Dello stesso tenore, ma – per fortuna – di squisito tipo commerciale – l’ingiunzione alla sua clientela sanfelese, da parte del fruttivendolo B. F. Anch’egli, sulla scorta di quanto ha fatto il parroco di Atella, ha avvertito i suoi clienti che - d’ora in poi – allo scopo di evitare gli odiosi spiccioli, livellerà i prezzi della frutta ad un euro ed a un euro e mezzo. Niente resto. Ingombrante quanto inutile.
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