COMUNICAZIONE ALTRA

Voici que reviennent les sauvages, secouer ceux qui dorment Dans leurs cages dorées, nous sommes venus briser vos idoles Nous sommes ceux qu'on ne dompte pas, ceux qui viennent crier sur les toits La digne liberté perdue, Que la nature reprenne ses droits !...

mercoledì 25 settembre 2013

25 settembre 2013, 8 anni senza Federico

Ogni volta che scrivo e ragiono su Federico Aldrovandi non riesco a togliermi l'immagine, impressa nella mia mente, dei suoi genitori la prima volta che li ho conosciuti,
eravamo in Sicilia, eravamo in tanti ad ascoltare la loro storia.
Quella storia che loro avevano già raccontato almeno 100 volte (era passato poco tempo dalla morte di Aldro),
la storia che ha segnato le loro vite e che in quel momento non aveva ancora la connotazione che ha ora,
non sapevamo ancora come si sarebbe pronunciata la magistratura in merito e la rabbia era talmente forte che potevamo solo gridare insieme a loro.
I genitori non dovrebbero mai sopravvivere a un figlio.
E oggi, per l'ennesimo 25 settembre e per tutti gli altri che verranno, sono qui a pensare, cercando di capire come vivrei io, da genitore, una tragedia simile,
pensieri enormi.

il 25 settembre del 2005 un ragazzo di nome Federico ha perso la vita, ucciso con violenza e odio da quattro poliziotti, loro sono ancora qui a fomentare quell'odio,
noi tentiamo di non far succedere MAI PIU' nulla di simile...ma sembra che vincano loro,
i loro colleghi, chi li comanda, chi li copre, chi li istiga...vincono loro, dato che dobbiamo ricordare violenze su altri cittadini, oltre a quella di Aldro, continuano imperterriti a vincere loro.
I processi, le lotte quotidiane delle famiglie coinvolte, la richiesta di giustizia
per
Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Michele Ferulli, eccetera.......eccc......e quanti sono, non si contano più.

Federico è diventato un mio momento personale di riflessione e so per certo che NOI non diementichiamo.

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