COMUNICAZIONE ALTRA

Voici que reviennent les sauvages, secouer ceux qui dorment Dans leurs cages dorées, nous sommes venus briser vos idoles Nous sommes ceux qu'on ne dompte pas, ceux qui viennent crier sur les toits La digne liberté perdue, Que la nature reprenne ses droits !...

giovedì 8 dicembre 2011

Svolta nel caso di Mumia Abu-Jamal niente pena di morte

PHILADELPHIA - L'attivista delle Pantere Nere, lo scrittore e giornalista Mumia Abu-Jamal, uno dei prigionieri politici più conosciuti al mondo, non sarà giustiziato. Il tribunale di Philadelphia ha annullato la condanna a morte dopo trent'anni di battaglia legale. Abu-Jamal era stato condannato alla pena capitale per la morte del poliziotto Daniel Faulkner nel dicembre del 1981. Secondo la legge della Pennsylvania, la pena è tramutata ora in ergastolo. I sostenitori del 57enne attivista di colore, da Amnesty International al Nobel per la pace Desmond Tutu, hanno sempre sostenuto che Jamal abbia subito un processo ingiusto.

Mumia Abu Jamal, il cui caso è divenuto un emblema per gli oppositori della pena capitale in tutto il mondo, era stato condannato nel 1982 alla sedia elettrica per aver ucciso il 9 dicembre 1981 un agente di polizia a Filadelfia. Il poliziotto, Daniel Faulkner, 25 anni, fu assassinato a colpi d'arma da fuoco mentre stava arrestando il fratello di Abu Jamal. Nella sparatoria fu ferito anche lo stesso Mumia. Tre persone testimoniarono di aver visto Abu Jamal sparare all'agente che aveva fermato suo fratello per una contravvenzione stradale.

Abu Jamal, il cui vero nome è Wesley Cook, ha 57 anni (è nato il 24 aprile 1954). Aveva 15 anni quando fondò la sezione delle Pantere Nere di Filadelfia. Negli anni Settanta divenne uno dei più noti giornalisti radiofonici di colore. In carcere ha scritto "Live from death row", testimonianza diretta delle
condizioni di vita nel braccio della morte. Per la sua salvezza in questi anni hanno lanciato appelli numerose organizzazioni umanitarie e movimenti politici, ma anche capi di Stato e Parlamenti.

Nell'ottobre scorso la Corte suprema aveva respinto una richiesta dei procuratori di Philadelphia che volevano reimporre la pena di morte per Abu Jamal dopo che nella primavera scorsa una corte d'appello federale aveva deciso che la condanna dell'esponente nero doveva essere rivista.Oggi la svolta decisiva perchè i procuratori hanno fatto sapere di non voler più fare appello contro la decisione.

tratto da: repubblica.it

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