COMUNICAZIONE ALTRA

Voici que reviennent les sauvages, secouer ceux qui dorment Dans leurs cages dorées, nous sommes venus briser vos idoles Nous sommes ceux qu'on ne dompte pas, ceux qui viennent crier sur les toits La digne liberté perdue, Que la nature reprenne ses droits !...

mercoledì 16 novembre 2011

Che succede....

E' passato un mese. Sembra un'infinità. Lo stronzo si è dimesso, ma poco importa. Un mese fa esatto stavamo raccontando a caldo l'elevata temperatura delle strade romane attraversate dal corteo "indignato" (forse è più opportuno dire incazzato), si contavano i danni e le innumerevoli criminalizzazioni dei media e dei politici di tutti gli schieramenti. Innumerevoli come i commenti di società civile, gente per bene e anche compagni, dai più piccoli poco abituati a certe dinamiche ai più maturi troppo furbi per lasciarsi scappare un'occasione del genere. Si è fatta molta confusione e si continua a farla specie sui social network. Certo, un corteo di più di 400mila persone fa gola a tanti "professionisti del cappello" ovvero coloro che vivono per mettere la firma finale su ogni singola lotta. Si era discusso molto prima di quel giorno, assemblee-fiume in ogni angolo d'Italia, collettivi, sindacati, partiti, cani sciolti vari...Tutti a cercare di dare un senso propositivo a quella giornata che inizialmente doveva essere l'assalto ai palazzi del potere. Una sorta di 14 Dicembre più organizzato. Poi poco prima della fatidica data qualcosa forse si è rotto, "diversi qualcuno" hanno scelto di fermarsi davanti alle imposizioni della questura, l'esercito schierato davanti ai palazzi rendeva tutto estremamente difficile e quindi si proceda pure coi vari "piani B", come se l'asticella del conflitto da portare in piazza dovesse in qualche maniera essere concordata coi nemici di sempre (media, stato e servi in divisa e non). Abbiamo visto, sentito e subìto di tutto in questo mese, e se c'erano spaccature nei movimenti queste si sono amplificate. E' una vecchia storia che si ripete e che il sistema e i suoi servi conoscono bene. Inoltre c'è anche chi dentro il movimento in queste dinamiche ci sguazza sostituendo nobili obiettivi con beceri personalismi e carriere politiche da portare avanti. Personalmente, a caldo, credevo che si uscisse rafforzati da giornate come quelle e, seppur non totalmente, questa convinzione continuo a custodirla ma mi sarei auspicato una denuncia unita e collettiva da parte di tutt* nei confronti di un'operazione pianificata da governo e sindacati di polizia. Come spiegare l'operato dei servi in divisa? Lasciare fare per poi vittimizzarsi e reprimere a p.zza S.Giovanni, i caroselli dei blindati, i tagli previsti alla sicurezza immediatamente ritirati e anzi, ulteriori fondi stanziati per l'ordine pubblico nei giorni successivi dopo un pacifico sit-in davanti montecitorio. Bastasse quello per ritirare tagli e aumentare i fondi a cultura, istruzione e sanità avremmo risolto la stragrande maggioranza dei problemi in Italia. Ma anche queste sono vecchie storie e vecchie strategie. Tornando alla piazza invece quello che più mi ha deluso è stato l'atteggiamento di coloro che si ostinavano a denunciare "i violenti", "i facinorosi", cercando di consegnarli in mano alla digos e gridandolo da carri sound system. A raccontarlo quest'atteggiamento è in perfetta linea con chi agisce "in borghese" nei cortei, eppure erano compagni...Compagni che sbagliano potrei personalmente pensare così come era legittimo che lo pensassero anche loro nei confronti dei violenti ma da qui a lavorare per la digos ce ne passa...Non è che siamo caduti nel miglior trappolone del sistema ovvero quello di confonderci su chi siano i veri nemici??? Personalmente continua a lasciarmi basito la convinzione che aleggia dentro tanti, ovvero che questo paese possa cambiare tramite pacificate manifestazioni o democratiche elezioni. Continuare ad appellarsi alla dicotomia violenza/non violenza è tanto sterile quanto perdente, la strada è di tutti e le pratiche sono sempre state diverse e molteplici, è sempre stato così e sempre lo sarà. Certo, poi tutti a dire "cosa avete risolto rompendo vetrine e bruciando banche???", "avete rovinato un corteo", e via con la caccia alle streghe di nero vestite. Ok, non si è risolto nulla???!!! Mi chiedo anche cosa sia cambiato negli ultimi 30 anni di pacifiche sfilate, comizi, piazze tematiche, mani alzate e "acampade". Questo paese, e la sua variegata sinistra negli ultimi 30 anni ha raccolto un paio di referendum, diversi cambi di governo che hanno prodotto sempre più la crisi che oggi abbiamo sotto gli occhi e gli unici spazi di reale libertà conquistata sono i centri sociali e i comitati di base e territoriali che purtroppo sono sempre più sotto sgombero e sempre meno difesi. A me non piace l'apologia della violenza, non sono di quelli che "bruciamo tutto e poi si vede..." ma le prospettive non sono affatto rosee. Indignato è una parola che non mi è mai piaciuta. Rappresenta una reazione di dissenso ma rimane statica, senza prospettiva. Non mi rappresenta. Siamo davanti alla più grossa crisi finanziaria degli ultimi anni e questo è stato largamente pianificato e prevedibile. Questo sistema è fondato sul denaro e quindi sul debito. Comandano le banche e l'alta finanza ed è sempre stato così. Ce ne rendiamo conto??? Ogni singolo euro porta con se il suo bel tasso d'interesse da restituire alla BCE e la misura è stracolma questo lo sappiamo perchè ce lo viviamo sulla nostra pelle no???

Non può esserci democrazia. Almeno fino a quando esisterà il denaro, e finchè ci sarà denaro non ce ne sarà per tutti chiaro?? Inoltre a peggiorare le cose ci sono gli innumerevoli danni ambientali pianificati e visti dai nostri governanti come enormi occasioni di business. Eppure noi, l'avanguardia che ha studiato le sacre letture politiche, che conosce l'ABC di come si manifesta e di come si risolvono le cose stiamo li a fare le distinzioni tra buoni e cattivi dentro la stessa barca che a forza di remarsi contro sta mestamente colando a picco. Siamo davanti alla più grossa crisi di rappresentanza mai vista, viviamo negli anni di maggiore inefficenza dei sindacati, ci barcameniamo nell'assolutà precarietà ed elemosiniamo diritti basilari ma il problema principale sembra essere sempre buoni o cattivi, violenti e non violenti...Possono mai coesistere queste anime dentro un movimento. Beh, io dico la mia al contrario di chi spaccia soluzioni. Secondo me, si. Basta bypassare la questione. Se guardo il futuro mio, dei miei cari e di mia figlia, non lo vedo, e questo credo valga per moltissimi, diciamo per il 99%, e credo sia questa la più grossa violenza che si possa subire. Se penso ad un "megariot" disorganizzato non mi esalto, anzi, credo che il rapporto di forza oggi sia ancora troppo a favore del sistema che continuerà a decidere chi sopravvive e chi morirà per strada, senza memoria, magari con un colpo di stato delle forze dell'ordine o con qualche altra strategia del terrore esportata dai "master della C.I.A.". Non vedo però tante altre soluzioni...Non voto, ne voterò poichè nessuno mai in questo sistema potrà totalmente rappresentarci e diffido della scelta del male minore, che può andar bene in certi casi ma non certo sul futuro globale del paese. Credo che bisogna quotidianamente continuare ad informarci e contro informare, sperimentare resistenze, parlare di più tra di noi e di meno coi giornalisti, salvaguardare gli spazi di agibilità politica conquistati ed occuparne altri, sensibilizzare anche le fasce meno propense ai movimenti, stare a stretto contatto con chi nei quartieri popolari (specie a sud) vive ancor di più quella che chiamiamo crisi, sono potenziali compagni anche se non hanno studiato Marx e continuare a regalarli alle organizzazioni criminali colluse col governo è il più grande peccato che si possa compiere. Cercare il confronto, sempre e comunque, sapersi scazzare dentro i movimenti per poi saper ritrovare i margini di costruttività comune. A mio modesto avviso non è fare democristiano ma agire necessario. Colgo l'occasione per ringraziare anticipatamente chi senza troppe remore condividerà questo video frutto di un personalissimo sfogo. E soprattutto vorrei mostrare una volta di più la massima solidarietà a tutt* coloro che sono stati colpiti da perquise, denunce e privazioni di ogni forma della nostra già precaria libertà. Ai compagn* della Valsusa che rischiano un anno di carcere se oseranno, anche pacificatamente, varcare la zona rossa della TAV, ai comitati di Terzigno, Chiaiano, del NO Muos e No Ponte in Sicilia e tantissimi altri che con ogni sforzo e possibilità resistono sul campo. Le nostre lotte ci accomunano da sempre e per sempre. Vivendo così, precariamente in bilico, tra l'infinito e il patibolo.

P.C.8 (GenteStranaPosse)

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